Teatro

L'arte di essere povero a Villa Vannucci, San Giorgio a Cremano (NA)

L'arte di essere povero a Villa Vannucci, San Giorgio a Cremano (NA)

Nella suggestiva cornice della cappella recentemente restaurata di Villa Vannucchi a S. Giorgio a Cremano, il contenitore “Ars Musica et Modus” dell’associazione Illo Tempore, ospita un evento speciale, L’ARTE DI ESSERE POVERO. Una chicca per gli ormai affezionati avventori delle serate nella cappella. Uno spettacolo con pochi posti a sedere, per cui è obbligatoria la prenotazione, del bravissimo attore e regista Roberto Azzurro. Si continua con la ricerca del bello, dell’arte in tutte le sue sfaccettature, della ricerca e dovizia dei particolari.  La scenografia naturale della location offre, come sempre, uno sfondo incantato ad uno spettacolo che sorprenderà e ammalierà il pubblico spettatore.

Nel 1925 il conte Boniface de Castellane pubblicò a Parigi L’ARTE DI ESSERE POVERO, un libro di memorie che prendeva l’avvio dal divorzio dall’ereditiera americana Anna Gould. Considerato tra gli uomini più eleganti del suo tempo, in dieci anni di matrimonio Boni aveva messo alla prova la pazienza della moglie, dilapidandone l’eredità per comprare abiti di lusso, oggetti d’antiquariato, cavalli e castelli, e per costruire quel Palais Rose dove il “Re di Parigi” dette feste che sarebbero rimaste nella storia della Belle Epoque. Eppure, dietro la maschera del dandy – redingote di taglio impeccabile, pantaloni col sottopiede, cappello a cilindro e fiore all’occhiello – c’era in Boni una mente lucidissima. Viaggiatore, collezionista, mercante d’arte, Boni fu anche deputato alla Camera, preoccupato dalla cosiddetta “Questione del Marocco”, e più in generale dalla sconsiderata politica coloniale dei governi occidentali, che avrebbero trascinato l’Europa nella Prima Guerra Mondiale. In questa immaginaria conferenza-spettacolo, è lo stesso Boni ad esporci le sue idee anticonformiste su politica, denaro, lavoro, cultura, arte, educazione dei giovani. Davanti ai nostri occhi ripercorre prima la sua vita dorata e i suoi incontri (la nonna Paolina, Anna Gould, D’Annunzio, Sarah Bernhardt), quindi il tempo della crisi, che va vissuto – ci dice – tenendo a mente le semplici regole de L’ARTE DI ESSERE POVERO: perché se nascere ricchi è una fortuna, solo essere poveri può diventare un’arte.

Si spengono le luci. Ed ecco che, in abito da sera, come un attore di un immaginario circo/cabaret, appare Boni de Castellane insieme a due giovani valletti che, come assistenti di scena, lo accompagnano attraverso il racconto – anche sceneggiato – degli avvenimenti più incisivi della sua vita. A tratti, l’atmosfera diventa così intima al punto da dare la sensazione di trovarci nel salotto di una delle meravigliose case di Boni, con noi ad ascoltarlo parlare. Insomma questa ARTE DI ESSERE POVERO è la conferenza/spettacolo che lo stesso Boni sembra aver messo su – in quegli anni Venti in cui il mondo si disegnava tra cinema muto e teatro/canzone – come un piccolo ma sentito show per parlare di una vita enfaticamente sfarzosa, dolcemente dolorosa.

Eppure, alla resa dei conti, quando il desiderio è proprio quello di raccontare la verità, cedono maschere, belletti e sipari: e l’anima sembra stare lì, sotto gli occhi di immaginari spettatori degli anni Venti. Solo che adesso si tratta di spettatori reali, quelli di cento anni dopo.


L’ARTE DI ESSERE POVERO
12 giugno 2011 ore 21
Cappella di Villa Vannucchi- Corso Roma _ S. Giorgio  a Cremano (NA)
drammaturgia Massimiliano Palmese
dalle memorie di Boniface de Castellane (ed. Excelsior 1881)

INFORMAZIONI UTILI:

Luogo:                  Cappella di Villa Vannucchi Corso Roma- S. Giorgio a Cremano (NA)
Ufficio Stampa:  Carmen Vicinanza tel. + 393337265294 mail: k.vicinanza@tiscali.it
Data:                     12 giugno 2011 ore 21

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA AL NUMERO 3334641212